Articoli e Interventi >> I possibili percorsi per l’internazionalizzazione della Calabria
 

Il fallimento dell’Agenda 2000 che il Consiglio Europeo aveva approvato, nello stesso anno a Lisbona, fu una prova inconfutabile di quanto sarebbe stato difficile raggiungere, in un decennio, il grande obiettivo strategico prefissato; e, cioè, di far diventare l’Unione Europea un sistema basato "sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale".  
Anche il nuovo percorso, individuato dalla cosiddetta “Strategia 2020”, lanciato nel 2010, si sta rivelando irto di difficoltà, specialmente a causa degli eventi negativi che continuano a caratterizzare le relazioni internazionali, sia a livello economico-finanziario che in termini di flussi migratori.
Tutto ciò confermerebbe che, anche per il 2020, sarà molto difficile raggiungere le “condizioni per una crescita più intelligente, sostenibile e solidale” auspicate, a meno che non si stimoli un protagonismo attivo da parte di tutti i territori dell’Unione, specialmente delle collettività locali e regionali, in grado di accompagnare, dal basso, il percorso di crescita individuato dalle Istituzioni comunitarie.
In questa logica, anche la Calabria, pur con i limiti derivanti dagli handicap che la caratterizzano, ha il diritto-dovere di cimentarsi con le sfide imposte dalla globalizzazione, nel processo di internazionalizzazione delle regioni europee.
Ma, affinché tale processo possa essere avviato, occorre una forte complementarità funzionale tra i fattori di contesto e la progettualità da mettere in campo, sia per quanto riguarda l’attrazione degli investimenti nel territorio regionale, sia per quanto concerne la capacità della regione di proporsi come “partner appetibile”, nell’ambito della cooperazione interregionale nazionale e transeuropea.
Quali dovrebbero essere, allora, le condizioni di base per rendere  praticabile questo percorso?
Prima di tutto, è necessario un metodo di governo mirato a fertilizzare il contesto regionale, cercando di eliminare, il più possibile,  i principali “inibitori” che scoraggiano il sistema produttivo extraregionale ad investire in Calabria.
Una analisi incrociata, da noi effettuata, a questo proposito, sui principali indicatori di squilibrio che caratterizzano un sistema territoriale, ci ha consentito di individuare le criticità strutturali materiali ed immateriali che frenano lo sviluppo regionale.
Tra le prime, citiamo, tra l'altro,  l’inadeguatezza delle vie di comunicazione e dei trasporti, la poca valorizzazione del  patrimonio naturale e culturale, la scarsa disponibilità di manodopera qualificata, la grande distanza dai centri di produzione, i pochi investimenti in ricerca  e sviluppo, la carenza di incentivi fiscali ed economici adeguati alle specificità e peculiarità del sistema regionale, la scarsa convenienza nel reperimento delle materie prime, il poco dinamismo nelle nuove iniziative imprenditoriali locali e, non ultima per importanza, la presenza della criminalità organizzata.
Le seconde riguardano la carenza di servizi per le imprese, l’inefficienza e la lentezza della Pubblica Amministrazione, la scarsa affidabilità degli operatori locali, la carenza delle condizioni ambientali di sicurezza, l’inadeguata sicurezza delle persone e dei beni, la scarsa qualità della vita, il cattivo funzionamento del sistema giudiziario e la sottoutilizzazione  delle nuove tecnologie.
Per aggredire queste criticità ed invogliare le imprese, in particolare quelle estere, a posizionarsi nella nostra regione, occorre una precisa strategia di governo che consenta la creazione di uno specifico “Marchio territoriale per la Calabria”, in grado di valorizzare e qualificare tutte le tipicità ed unicità del territorio regionale, in una dimensione intersettoriale.
Un programma di tale livello, come abbiamo avuto modo di sottolineare, in altre occasioni, necessita di progetti strategici integrati che migliorino la qualità degli investimenti pubblici e privati da realizzare e, quindi, rafforzare l’immagine della Calabria, soprattutto a livello internazionale.
Gli strumenti più pertinenti per facilitare il rafforzamento di tale processo possono essere individuati anche nello sviluppo della cooperazione interregionale e nell’utilizzo dei cosiddetti programmi tematici lanciati, periodicamente, dalla Commissione Europea.
L'errore più comune che si commette, quando si parla di programmi comunitari, è quello di pensare che gli interventi europei su esauriscono con l'utilizzo dei fondi strutturali, laddove esistono altri strumenti programmatici, a gestione diretta da parte delle Istituzioni comunitarie, finalizzati alla realizzazione di progetti in diversi settori tematici come l’ambiente, l’energia, i trasporti, le telecomunicazioni, la cultura, la ricerca e l’innovazione, l’occupazione, l’istruzione, la formazione, i giovani, lo sport, la protezione e la sicurezza dei cittadini e la protezione della salute.
L’accesso a questi programmi tematici presuppone una concreta capacità, da parte dell’Istituto regionale, di elaborare proposte credibili e coerenti, insieme con altri partners internazionali, facendo tesoro delle “migliori pratiche” attuate in alcune regioni europee, importabili in Calabria, nei diversi settori di riferimento.
Ci riferiamo all’informatica nelle scuole ed all’impiego massiccio delle nuove tecnologie, nel Regno Unito, ai servizi on line, in particolare nel settore sanitario, in Francia, in Svezia e in Belgio, all’informatizzazione della Pubblica Amministrazione in Germania, allo svolgimento elettronico di tutti i procedimenti amministrativi in Austria e Lussemburgo, all’informatizzazione dei servizi di qualità nei settori dei servizi sociali, trasporti pubblici, mercato del lavoro in Olanda, ai progetti di istruzione interculturale in Danimarca, a quelli nel settore delle tecnologie dell’informazione in Finlandia ed a quelli nel settore turistico, linee aeree ed infrastrutture portuali in Spagna.
Uno strumento operativo importante per il raggiungimento di questi obiettivi specifici potrebbe essere rappresentato dall’Ufficio di Bruxelles, attraverso il quale è possibile, anche, migliorare la formazione del personale regionale e locale, sviluppare i rapporti con le istituzioni Europee, seguire meglio la gestione dei programmi finanziati con i Fondi strutturali e rafforzare la cooperazione interregionale tra imprese.
Secondo noi, si può fare!
 
Vincenzo Falcone
  • Guida all'iniziativa dei cittadini europei
    Guida all'iniziativa dei cittadini europei
    Con l’introduzione, il 1 aprile 2012, del diritto d’iniziativa per i cittadini europei, l’UE ha compiuto un notevole passo avanti nei confronti della democrazia partecipativa! Da allora, sono state preparate oltre 20 iniziative, di cui due hanno già superato le soglie richieste, e  raccolte oltre cinque milioni di firme — a dimostrazione del fatto che i cittadini stanno utilizzando il nuovo strumento.
    LA BUONA POLITICA E IL BENE COMUNE
    LA BUONA POLITICA E IL BENE COMUNE Aristotele ci ha insegnato che la politica, in quanto modalità di governo al servizio dell’etica, deve essere, sempre, indirizzata verso una visione del bene comune, a favore dei cittadini e delle società che essi esprimono
    PROGETTO DI LEGGE "Sistema integrato regionale di protezione civile. Istituzione dell'Agenzia regionale di protezione civile"
    PROGETTO DI LEGGE La Regione, nell'ambito delle competenze di cui all’articolo 117, terzo comma, della Costituzione, in conformità ai principi fondamentali della legislazione statale in materia e in particolare della legge del 24 febbraio 1992, n. 225 (Istituzione del Servizio nazionale di protezione civile) e successive modifiche
    Progetto Protezione Civile e Comuni in Calabria
    Progetto Protezione Civile e Comuni in Calabria La Regione Calabria è interessata da una vasta serie di eventi calamitosi che causano periodicamente danni ingenti e perdite di vite umane. In questo quadro diventa necessario porre sempre di più all'attenzione generale le tematiche della Protezione Civile 
    SCARICA L'ARTICOLO
  • Prospettiva Mediterranea e ruolo della Calabria
    Prospettiva Mediterranea e ruolo della Calabria Dopo l’allerta annuale (che dura ormai da diversi decenni), lanciata dalla Svimez sui problemi sempre più gravi che continuano ad affliggere  il Mezzogiorno, tutti si affannano a “gridare all’untore” ed meravigliarsi di questo fenomeno come se fosse un accadimento improvviso
    Perche la Calabria non cresce
    Perche la Calabria non cresce Il Rapporto Svimez ci conferma come la Calabria continua ad essere una regione alla periferia della povertà, immobile, vecchia e controcorrente,  anche rispetto a qualche timidissimo segnale di ripresa del Mezzogiorno.
    Non solo soldi per rilanciare il Sud
    Non  solo soldi per rilanciare il Sud Uno dei grossi errori che, a nostro avviso, si commette quando si pensa allo sviluppo del Mezzogiorno ed alla riduzione dei divari  tra Nord e Sud del Paese, è quello di inquadrarlo, prioritariamente, in chiave di risorse finanziarie aggiuntive.
    La lotta alla criminalità organizzata secondo i programmi di governo delle Giunte regionali della Calabria dal 1970 ad oggi
    La lotta alla  criminalità organizzata secondo i programmi di governo delle Giunte regionali della Calabria dal 1970 ad oggi L’obiettivo di questo focus, non è stato quello di scrivere un documento sulla mafia, ma quello di riportare, in modo acritico, gli intendimenti delle forze politiche di maggioranza, nei 45 anni di vita dell’Istituto regionale, in ordine alla lotta contro il fenomeno mafioso
ebag Vincenzo Falcone - Politiche Europee     info@vincenzofalcone.it
Vincenzo Falcone - Politiche Europee